I rifiuti pericolosi a rischio infettivo sono rappresentati da quei rifiuti che possiedono un rischio di carattere biologico, oltre ai materiali e gli oggetti da eliminare che sono venuti a contatto con il materiale biologico o con il sangue infetto. questi rifiuti sono registrati nel Catalogo Europeo dei Rifiuti alla voce 180103*.

Lo smaltimento dei rifiuti pericolosi (clicca qui per scoprire di più sulla Nova Ecologica di Roma) a rischio infettivo viene effettuato in ogni Unità Operativa in cui devono essere predisposti i contenitori appositi, che devono essere collocati in una posizione idonea, accessibili facilmente, nelle vicinanze immediate del luogo in cui avviene l’effettiva produzione dei rifiuti.

Il contenitore

Questi contenitori Per la raccolta dei rifiuti pericolosi, di qualsiasi forma o tipologia atti a contenere rifiuti a rischio infettivo liquidi e solidi, devono essere identificabili facilmente attraverso un codice colorato e la dicitura “rifiuti pericolosi con rischio infettivo” ed il simbolo che rappresenta il rischio biologico.

I contenitori devono essere costituiti dall' imballaggio a perdere, flessibile e con un sacco interno in polietilene che si inserisce nel contenitore esterno impermeabile e rigido. il sacco interno deve avere la fascetta di chiusura irreversibile. sul contenitore esterno deve essere presente la dicitura di cui sopra ed il relativo singolo in modo da identificare immediatamente il tipo di rifiuto; inoltre deve essere apposto in maniera totalmente leggibile sul contenitore l'identificazione del servizio, dell'area o dell'unità ospedaliera in cui è stato prodotto il rifiuto, oltre che la data di produzione.

Il coronavirus: cosa fare?

I prodotti usati per lo smaltimento dei rifiuti infetti o dalle imprese di pulizia nelle unità lavorative in cui vi è una sicura presenza di un paziente infetto da COVID-19 devono essere trattati nella medesima maniera che abbiamo appena descritto.

Per quanto riguarda questo tipo di rifiuti l'azienda di sanificazione deve attuare delle regole opportune, ovvero gettare i dispositivi di protezione individuale usati e gli stracci all'interno dei contenitori perla raccolta indifferenziata e trasportarli fino al magazzino al termine della sanificazione dei locali.

Inoltre, e di fondamentale importanza che il datore di lavoro dell'azienda in cui si svolge la sanificazione per COVID-19 integri tutta la documentazione rivolta alla gestione dei rischi con riferimento particolare al rischio biologico e che si accerti riguardo all'impresa di sanificazione che i dipendenti siano a conoscenza della contaminazione precedentemente avvenuta. Naturalmente, questi ultimi devono essere dotati dalla propria azienda di tutti DPI necessari per lavorare senza rischio di contagio.

Di Laura Ulissi

Sono una ragazza normale con una straordinaria passione per la scrittura. Amo leggere, ascoltare musica e guardare film.